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Omelie

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

"A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?". È come se Elisabetta le avesse detto: Dio ti ha benedetta più di tutte le altre donne, e benedetto è il bambino che avrai! Maria e il bambino sono dentro una benedizione intensa e ricca di riconoscenza. Ogni gravidanza dovrebbe essere accolta con la gioia di Elisabetta che interpreta con lo stesso segno - la gioia - il sobbalzo che ha sentito nel suo grembo. La fede fa vedere, capire e sobbalzare di gioia. Non si crede una volta per tutte, ma la si rinnova continuamente. La visita di Maria alla cugina contiene proprio questo messaggio: credere è una scelta quotidiana, paziente e fedele.
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23
Dicembre 2018

E noi che cosa dobbiamo fare?

L'educazione e l'insegnamento iniziano con il suggerimento delle domande giuste da porsi: "Che dobbiamo fare?". Questo è il compito del grande profeta Giovanni il Battista. L'angelo che ne aveva annunziato la nascita al vecchio Zaccaria, aveva detto di lui: "Ricondurrà il cuore dei padri verso i figli" e "Preparerà al Signore un popolo ben disposto". Chiedersi cosa far esprime il desiderio di trovare una via di conversione.
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16
Dicembre 2018

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Giovanni Battista è il prologo della venuta del Signore. Il tempo della salvezza inizia il quindicesimo anno dell'impero di Tiberio Cesare, 28° della nostra era. I dati di Luca sono esatti. Così precisa papa Benedetto XVI: "L'Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto. Il secondo elemento degno di nota è che, dopo questa ampia introduzione storica, il soggetto diventa la parola di Dio, presentata come una forza che scende dall'alto e si posa su Giovanni il Battista".
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09
Dicembre 2018

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Mai, prima di Maria una donna è stata salutata così da Dio. Un saluto inaudito che annuncia l'assoluta novità portataci da quel concepimento e dalla nascita di Gesù. Maria è scossa da questa parola che l'ha raggiunta nella sua casa, perché le dà peso e si chiede cosa vuole dirle questo saluto di grazia. Timore, accoglienza e custodia nella meditazione, dovrebbero essere anche i nostri atteggiamenti nei confronti della Parola che ci saluta ogni giorno.
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08
Dicembre 2018

La vostra liberazione è vicina.

I segni della fine sono quelli dell'angoscia e di una paura che fa morire. D'altra parte la fine è anche il momento in cui ci raggiunge il Figlio che viene - aspettato e desiderabile - a rimettere in libertà. Solo chi è schiavo o prigioniero sa quanto vale la scarcerazione. Solo chi è consapevole delle catene del peccato sa quanta gioia porta il Figlio che spezza i ceppi di umiliazione versandoci sopra il proprio sangue e torna a dirci che siamo anche noi figli di Dio. Come abbondano i segni della crisi e del timore, ancora di più lo sono quelli della fiducia e della speranza.
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02
Dicembre 2018

Tu lo dici: io sono re.

L'intero Vangelo di Giovanni, dall'inizio alla fine, è segnato dall'idea dello scontro tra la luce e le tenebre, tra la fede e l'incredulità, tra Gesù e il mondo. Ora siamo all'epilogo, all'ultima udienza. Dietro Pilato, che rappresenta l'impero romano e i giudei, c'è il mondo che si oppone al Figlio di Dio e che sembra vincere: Gesù è catturato, condannato, caricato della croce, crocifisso. La verità è rovesciata; è il mondo ad essere giudicato e condannato. Il Figlio ci assicura: "Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!". Gesù muore in croce e squarcia le tenebre. L'agnello viene immolato, ma è lui - la vittima - a vincere nella resurrezione. L'agnello è immolato ma è ritto in piedi, vincitore. Anche i fatti sono a rovescio. Più che consegnato dai Giudei nelle mani di Pilato è Gesù che si consegna alla volontà del Padre; è lo stesso Padre a consegnare il Figlio per la salvezza di tutti.
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25
Novembre 2018

Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti. (Messa del mattino e della sera)

Si avvicina la fine dell'anno liturgico e il Vangelo ci dice proprio dove andremo a finire; è bello saperlo, perché dice il senso del nostro cammino e ci presenta il quadro finale della storia umana. Siamo sinceri: molti di noi pensano che finirà male, per questo abbiamo paura e portiamo con timore il conto dei nostri giorni perché poi, dopo, è la fine. Invece questo Vangelo è fondamentale per la nostra fede ci fa vedere il termine di tutta la storia e il termine della nostra storia personale come un incontro col Signore. Significa che non andiamo verso il nulla.
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18
Novembre 2018

Questa vedova, nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva.

Gesù rimprovera gli scribi e i dottori della Legge non per questioni morali ma perché, nei loro atteggiamenti e scelte, essi fanno festa ai poteri del mondo, non a Dio. Una colpa teologica, dunque, perché non hanno nulla in comune con il comportamento del Figlio di Dio in mezzo a noi. Le colpe gravi degli scribi non sono le vesti che indossano, i saluti e i primi posti che pretendono, ma il dominio sulle persone deboli ("divorano le case delle vedove"), la falsità di preghiere reclamizzate ("pregano a lungo per farsi vedere").
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11
Novembre 2018

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

Gesù incontra uno scriba: un dialogo bellissimo e così straordinario che alla fine Gesù dirà a quest'uomo: Non sei lontano dal regno di Dio. È come dire: sei vicino, perché hai capito che l'amore è il cuore, la vita del credente, perché è anche la più alta celebrazione del mistero di Dio. E Gesù si mostra ancora una volta come il vero Maestro, perché come ogni vero rabbi, è capace di indicare, partendo dalla propria esperienza personale, il centro vitale del rapporto con Dio, che è il primo di tutti i comandi. Questo secondo la grande Tradizione, che aveva nell'Ascolta, Israele il cuore della fede ebraica; ma Gesù manifesta una novità inaudita: al cuore della fede c'è la totale correlazione tra il primo e il secondo comandamento; entrambi rivelano il comandamento dell'amore.
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04
Novembre 2018

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.(Messa del mattino e della sera)

Ogni giorno ha il suo santo. Oggi è il giorno del paradiso. L'Apocalisse con la folla straripante di santi e angeli nella gloria infinita del Regno di Dio e il Vangelo con la strada per arrivarci; i santi l'hanno percorsa e noi la stiamo facendo. È la Via delle Beatitudini. Che cosa rende beati? La causa delle beatitudini è lo sguardo di Gesù. Ha davanti e vicino a sé i discepoli, più distante e in basso la folla di quelli che lo seguono. Vedendoli, Gesù parla come maestro e come profeta e dipinge la figura del beato, l'uomo nuovo che tanto gli somiglia. Le beatitudini - ciascuna e tutte insieme - sono infatti l'immagine di Gesù, la sintesi sua, del suo insegnamento e della sua opera. Maria potrà dire:mi chiameranno beata.
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01
Novembre 2018
La preghiera di Gesù // Musica Sacra
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  1. La preghiera di Gesù // Musica Sacra
  2. Isusova Molitva // Musica Sacra
  3. Preghiera di Gesù // Musica Sacra
  4. Agni Parthene // Musica Sacra
  5. Te Deum // Musica Sacra